S P A Z I O S A C R O
Mario Botta, “Lo spazio del Sacro”
“L’architettura porta in sé l’idea
del sacro. Il primo atto del costruire
è quello di tracciare un perimetro
sulla terra, quello di separare
un microcosmo restante
dal macrocosmo.”
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SPAZIO SACRO
Spazio sacro è il titolo della mostra di architettura che si è aperta il 21 marzo 2019 a Treviso presso la Cappella dei SS. Cirillo e Metodio in Area Appiani, fino al 4 aprile 2019.
Il titolo è stato ripreso dalla mostra dedicata ai progetti sacri di Mario Botta allestita a Locarno nel 2018 presso la Pinacoteca Comunale Casa Rusca e vuole riproporne la riflessione anche nella realtà locale.
Tre i motivi per la realizzazione: rendere omaggio a Mario Botta che ha progettato un esempio di architettura sacra contemporanea nella città di Treviso; restituire alla cittadinanza la Cappella sconosciuta alla maggior parte dei trevigiani, perché aperta solo in casi straordinari; offrire una riflessione e un dibattito sullo spazio sacro contemporaneo.
LA MOSTRA
La mostra si è svolta all’interno della Cappella dove è stato collocato il plastico dell’area Appiani e installato un grande schermo LCD per la proiezione di un documentario dei 22 progetti sacri realizzati da Mario Botta. Il primo progetto risale al 1966 con la cappella nel convento dei frati cappuccini di Bigorio (TI) - CH., quando era studente di architettura a Venezia seguendo gli insegnamenti di Carlo Scarpa.
L’ultimo progetto, in corso d’opera, è quello del 2016 della Moschea Yinchauan (Ningxia Hui) – RPC.
Tra questi due estremi si collocano tante realizzazioni il più delle volte costruite a contatto con la natura e preferibilmente in alta montagna, strutture esemplari per forme e materiali locali come la chiesa di san Giovanni Battista sull’altopiano di Mogno (TI) - CH, la Cappella di santa Maria degli Angeli sul monte Tamaro (TI)- CH, oppure l’impossibile dodecaedro della Cappella Granato a Penkenjoch (Zillertal) - A.
Una delle più geniali soluzioni architettoniche realizzate sfidando la ricerca di una figura geometrica misteriosa e simbolica che ha affascinato fin dall’antichità filosofi, matematici e artisti come Piero della Francesca.
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MARIO BOTTA
Mario Botta si è confrontato a lungo con la dimensione del sacro tanto da giungere ad affermare che: “attraverso gli edifici di culto ho l’impressione di aver individuato le radici profonde dell’architettura stessa.”
La capacità dell’architetto svizzero è infatti quella di sviluppare un linguaggio architettonico basato sullo studio delle forme primarie, dei volumi puri, della geometria elementare e dei materiali naturali. Figure semplici che sono più facilmente distinguibili.
Luce e gravità sono per Mario Botta i principi fondamentali con i quali realizzare i suoi progetti: “Nell’opera di architettura la luce genera lo spazio: senza luce non esiste lo spazio…La gravità è la forza che lega l’opera alla terra.” (M. Botta, Luce e gravità. Architetture 1993-2003)
E’ solo questione di equilibrio tra i due principi fondamentali: equilibrare il peso della materia, i mattoni nel caso della cappella Appiani, con la diffusione della luce, vero materiale costruttivo dell’edificio sacro. La luce diviene “materia spirituale”.
Questa è la percezione che si ha abitando la cappella Appiani: una struttura solida di mattoni rossi all’esterno - disegnata con una forma geometrica cilindrica emergente dal terreno come un monolite primordiale, somigliante all’archetipo dell’arca - smentita all’interno dall’invaso di luce sulle superfici curve senza soluzione di continuità che frantuma la materia fisica in materia metafisica, modificando un equilibrio in un nuovo equilibrio. Gravità e leggerezza appunto, solidità e luce.
PERCHÉ QUESTA MOSTRA
Treviso, Perugia
La mostra SPAZIO SACRO, presso la Cappella Appiani di Mario Botta, esprime continuità con la figura di Walter Briziarelli architetto razionalista.
Non a caso la prima volta che varcai l’ingresso monumentale di piazza delle Istituzioni provai una emozione nuova ma in un certo senso familiare: ebbi la percezione di sentirmi a “casa” grazie alle armonie, agli equilibri, alle proporzioni, ai giochi di luce, al rigore geometrico che Botta ha impiegato per la realizzazione dell’Area Appiani.