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Al Museo

Un aspetto rilevante dell’attività di Walter Briziarelli si compie all’interno del Museo archeologico nazionale dell’Umbria. Assunto a contratto nel 1930, vi rimase fino al 1957, collaborando strettamente con il direttore Umberto Calzoni, che fece di tutto per tenerlo con sé. Gli fu sufficiente un’occhiata, infatti, per capire che quel ragazzo aveva i requisiti giusti. Egli aveva bisogno di un assistente per l’immane lavoro al Museo e fuori, nel territorio, come supporto tecnico agli scavi. Nel 1930 era ancora in corso la fortunata campagna di scavo a Cetona. Un’avventura archeologica sensazionale che proiettò la fama di Calzoni in ambito europeo. Le pubblicazioni che seguirono recavano l’impronta di Briziarelli per l’ampia riproduzione grafica dei materiali.

Il suo impegno fu, secondo Calzoni, costante e qualitativamente elevato, come disegnatore ma anche come esecutore di restauri, Tali giudizi trovano peraltro riscontro in un fondo di vaso, proveniente dagli scavi di Cetona, nel quale è incisa la data 18/VI/1931. Un evidente rimando alle operazioni di ricomposizione dei frammenti.

Disegnatore, esecutore di restauri, catalogatore. Un'attività poliedrica e sommersa, quella di Briziarelli, tenuta in gran considerazione, tanto da esercitare mansioni di vicedirettore, sostituendo Calzoni in sua assenza.

Non c'è dubbio, tuttavia, che la mansione di disegnatore s'impose sulle altre, anche in considerazione di un innegabile talento artistico, sorretto dallo specifico corso di studi presso l'Accademia delle Belle Arti di Perugia. Una traccia evidente di tale impegno è riscontrabile nella produzione grafica, a corredo degli studi di Calzoni, pubblicati in varie riviste scientifiche.

La sua abilità e la passione per il lavoro è documentata tuttavia dall’esecuzione dell’inventario illustrato del Museo. Un manoscritto pregevolissimo a china e acquerello, che pure nell'essenzialità del tratto e nel formato miniaturistico, restituise compiutamente il senso dei materiali abbozzati. L'autore ha infatti eseguito efficaci e godibilissime illustrazioni a corredo di altri elementi descrittivi i singoli oggetti, quali i dati inventariali, la provenienza e l'eventuale bibliografia. La ragione di una scelta, certamente originalissima e non obbligata, che escludesse a priori il ricorso a tecniche fotografiche, risiede probabilmente nell'esiguità dei bilanci del museo, ma soprattutto, appare ispirata dalla peculiarità del Briziarelli e della sua capacità tecnica. Disegnare i materiali significa anche coglierne i dettagli, interpretarne il senso.

Il lavoro silenzioso di questo artista è divenuto un libro. Una pubblicazione apprezzatissima che ha avuto il merito di rivelare l’esistenza di un talento innegabile, al servizio dell’archeologia.

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