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Biografia

Nascita

Nascita

Nasce a Perugia nel 1913, da Antonio e Federica Fucelli, sorella della scrittrice e giornalista Teresa Sensi Dalla Zorza.
Architetto

Architetto

Frequenta con profitto l'Istituto d'Arte cittadino, conseguendo il diploma nella sezione di "Decorazione Architettonica" sotto la guida di Pietro Angelini. Si iscrive all'Accademia di Belle Arti "Pietro Vannucci" e, seguendo i corsi della Scuola di Architettura, ottiene nel 1931 il titolo di architetto.

I primi lavori

Negli anni 1931-1932 realizza una serie di disegni architettonici conservati nelle raccolte dell'Accademia. Partecipa alla II Mostra regionale d'arte del Sindacato Fascista del 1931 e alla III Mostra Sindacale di Terni del 1932.

Il lavoro al Museo

Dal 1931 fino al 1957 collabora con Umberto Calzoni all'opera di riordino e classificazione del materiale preistorico ed etrusco-romano del Museo archeologico perugino. L'elemento più originale dell' attività è il suo inventario illustrato: centocinquantuno carte manoscritte e disegnate dei reperti esposti, con descrizione, numero d'inventario, provenienza e bibliografia, una sorta di "foglio Excel" fatto a mano.

La carriera didattica

Dopo la parentesi militare, che lo vede assegnato al 71° reggimento di Fanteria a Venezia (1933) e che gli valse la croce al merito, dal 1934 inizia la carriera didattica, insegnando Disegno Geometrico e Architettonico presso l'Istituto d'Arte perugino.
La Famiglia

La Famiglia

Nel 1946 sposa Maria Benedetta Meloni, sorella di Pierlorenzo, professore di Storia Medioevale al Magistero di Perugia; nascono i figli Paolo, poi medico chirurgo di Passignano sul Trasimeno e Giuliana, poi insegnante di Storia dell'Arte a Treviso.

Le collaborazioni letterarie

Nel 1947 è nominato Accademico di merito. Dal 1952 collabora, firmando la rubrica intitolata “La vetrina", al periodico mensile dell'Ateneo perugino "Tramontana" con caricature e mordaci sonetti in vernacolo indirizzati agli amici Dante FIlippucci, Ezio Lupattelli, Marco Vittorio Garofoli e molti altri.
Gli inizi della produzione pittorica

Gli inizi della produzione pittorica

Dal 1956 si dedica alla produzione pittorica. I paesaggi dolomitici, scoperti durante le vacanze estive, e appenninici sono i primi soggetti. La pittura di Briziarelli si proietta in uno sperimentalismo di tecniche miste e di linguaggi nuovi passando da soluzioni materiche a quelle proprie dell'astrazione concreta. Gli esordi sono espressionisti con pittura en plein air di piccolo formato, sostenuta da una sapiente preparazione grafica. Dalla solarità dei toni caldi si passa alla selezione dei toni freddi verso soluzioni di sofferta partecipazione.

L'interesse per le geometrie e lo studio del sacro

Nella prima metà degli anni Sessanta è interessato al disegno geometrico applicato alla percezione visiva: scomposizione e dinamismo delle figure piane, con particolare riferimento ai risultati ottenuti da Vasarely e Munari. Sono anche gli anni in cui affronta il tema sacro con il ciclo della Passione esposta dal 1962 al 1965 all'U.C.A.I. Contemporaneamente studia le correnti dell'Informale, conosciute nelle esposizioni di Venezia, Roma e Milano, ma soprattutto dalla frequentazione dell'amico Dante FIlippucci.
L'evoluzione della sua pittura

L'evoluzione della sua pittura

Dopo il 1965 i suoi paesaggi assumono significati insondabili: pittura sintetica, essenziale che modifica la struttura del colore verso una nuova astrazione evocativa con cui trasfigura i temi a lui più cari: la strada, la casa, le montagne, i cieli. "Dipingiamo le cose che stiamo per perdere" si legge tra gli ultimi pensieri sciolti.

L'ultimo saluto

Muore a Perugia nel 1975.
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